È arrivato il momento di chiedersi: è davvero la plastica il problema o la sua gestione?
Da sempre nota per i danni che provoca all’ambiente, la plastica si trova a dover combattere contro una reputazione ormai bassissima.

Nonostante ciò, è innegabile che si tratti di una risorsa ingegneristica fondamentale. La sua flessibilità, resistenza, leggerezza e le sue proprietà termiche, elettriche e chimiche, la rendono un bene che necessita di essere tutelato, studiato, sicuramente migliorato e, soprattutto, gestito meglio.

Secondo l’OECD Global Plastics Outlook (Prospettive Globali sulla Plastica), attualmente si stima una produzione di plastica intorno ai 460 milioni di tonnellate e una produzione di rifiuti di circa 353 milioni di tonnellate di cui solo il 9% è stato riciclato. Il 19% è stato incenerito, il 50% collocato in discariche controllate e il restante 22% è stato abbandonato in discariche non controllate o all’aperto, dove vi è un’elevata probabilità di dispersione nell’ambiente.

È evidente che il problema non è il materiale in sé, ma la sua gestione.

Tale condizione rende necessario l’avvio di un processo di sensibilizzazione mirato a diffondere la corretta gestione dei rifiuti, in particolare quelli plastici.

Per analizzare il problema dell’errato smaltimento della plastica è fondamentale porre attenzione sulle industrie. In particolare, al primo posto per la produzione di plastica primaria ritroviamo il settore del packaging con il 45,8% del materiale plastico prodotto.

Istintivamente si potrebbe pensare che la soluzione sia quella di eliminare o ridurre l’utilizzo della plastica in questo settore, senza pensare che, soprattutto nel settore del food and beverage, si è dimostrata nel periodo della pandemia un’ottima alleata per la protezione efficace del prodotto da possibili contaminazioni virali.

Inoltre, uno studio della Trucost per L’American Chemistry Council ha dimostrato i possibili risultati conseguenti alla sostituzione della plastica con diversi materiali alternativi. Si è stimato che l’utilizzo di materiali alternativi alla plastica non solo aumenti il costo ambientale, ma anche la quantità di materiale da dover utilizzare poiché tali alternative presentano una massa maggiore rispetto alla plastica.

Una scelta per niente sostenibile.

Cosa fare per dare il proprio contributo all’ambiente?

  • Migliorare il proprio metodo di gestione della fase di disposal e, cioè, il fine vita della plastica. È fondamentale focalizzarsi sull’idea di recuperare sempre più rifiuti per poterli riciclare o riutilizzare;
  • Utilizzare fonti di energia a bassa emissione di carbonio in modo da ridurre i costi ambientali;
  • Sfruttare l’innovatività delle plastiche bio-based e biodegradabili.

Noi di Maca abbiamo già iniziato questo processo e lavoriamo sempre in ottica di sostenibilità ambientale. Siamo costantemente in marcia verso un futuro più green e i nostri imballaggi flessibili viaggiano con noi.
Siamo consapevoli dell’importanza di tutelare l’ambiente e ci impegniamo ogni giorno per garantire che tutte le nostre attività incidano il meno possibile sul territorio.

La minimizzazione del peso e del volume degli imballaggi, l’utilizzo di fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di CO2, sono solo alcuni punti cardine su cui si basa la nostra politica.

Vesti il tuo prodotto di un packaging green e inizia a dare il tuo contributo per un futuro sempre più sostenibile. Contattaci.